Altro argomento fondamentale ai fini dell’internazionalizzazione! 

Che tipo di personale troverò? Come funziona assumere un dipendente? Quali sono gli oneri e tipologie contrattuali?

La Polonia promette agli investitori stranieri vantaggi fiscali, siti produttivi economici, risorse che spaziano dalla tecnologia e all’agricoltura e pone tra le sue attrattive principali anche la presenza di un’ampia forza lavoro giovane, ambiziosa e preparata. Secondo stime recenti la forza lavoro del Paese ammonta a 17,92 milioni di persone ed è attualmente impegnata per il 57% nei servizi, per il 30,2% nell’industria e per il 12,9% nell’agricoltura.

Il tasso di disoccupazione è del 14,4% e il Paese negli ultimi anni si è impegnato nella formazione di personale e risorse umane qualificate e distribuite nei vari distretti industriali.

Per ogni società che decida di cogliere queste opportunità è ovviamente assai importante conoscere gli elementi principali del rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente in Polonia. Innanzitutto bisogna sapere il mondo del lavoro nel Paese è regolato dal Codice del Lavoro del 26 giugno del 1974 (con successive modifiche). I suoi dettami sui diritti e sugli obblighi delle parti chiamate in causa in un contratto di lavoro sono vincolanti per ogni impresa e per ogni lavoratore.

La stipula di un contratto lavorativo deve essere dichiarata dal datore che conferma il tipo di accordo raggiunto con i suoi termini e le sue condizioni entro il giorno dell’avvio del rapporto. E’ obbligatorio dichiarare definire il luogo di lavoro e informare il dipendente per iscritto sui giorni e gli orari di impiego, sulla durata del contratto, sui suoi diritti a delle ferie.

Alcune indicazioni sono fornite sull’eventuale periodo di prova che non può durare più di tre mesi. In caso di scioglimento del rapporto di lavoro, il datore deve informare il dipendente con due settimane di anticipo se il rapporto dura da meno di sei mesi, con un mese di preavviso se ha avuto una durata da 6 mesi a tre anni e con almeno tre mesi di anticipo se è durato almeno tre anni. Gli stessi obblighi di notifica valgono per il lavoratore che voglia lasciare l’azienda.

A parte casi specifici lo statuto dei lavoratori polacchi prevede che l’orario di lavoro non superi le 8 ore al giorno e le 40 ore settimanali. Per i lavoratori da 16 a 18 anni sono previsti orari massimi ridotti. Il lavoro straordinario prevede delle remunerazioni addizionali e in base al posto occupato il lavoratore ha diritto a un periodo di ferie annuali compreso tra i 20 e i 26 giorni lavorativi.

Quali sono i principali contributi che un’impresa deve pagare a Varsavia ai propri dipendenti?

  • Il contributo pensionistico consistente in un’aliquota del 9,76%
  • Una eventuale quota del 6,5% per contributi di invalidità
  • Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni allo 0,67%
  • Fondo pensioni-ponte con contributo dell’1,5%
  • Fondo del lavoro aliquota del 2,45%
  • Fondo garanzia per i lavoratori dipendenti aliquota dello 0,10%

A questi oneri si aggiungono quelli dovuti dai lavoratori che comunque rendono complessivamente la pressione fiscale sul lavoro e il suo costo complessivo in Polonia assai più leggeri che in Italia. Basti ricordare che il costo orario medio del lavoro a Roma è di 27,4 euro e a Varsavia di 7,4 euro.

Ovviamente a questi oneri fiscali si aggiungono oneri accessori e formali che obbligano, per esempio, le imprese a conservare per 50 anni i dati sugli stipendi versati e i file attinenti il personale e il loro stato previdenziale.

In particolare la reportistica obbligatoria impone alle aziende di compilare delle dichiarazioni mensili sul trattamento previdenziale dei lavoratori entro il quindicesimo giorno di ogni mese: si tratta delle dichiarazioni DRA, RCA, RSA ed RZA. Alla fine di gennaio l’impresa deve inoltre presentare una dichiarazione IWA sullo stato previdenziale dei dipendenti. All’agenzia delle Entrate polacca vanno poi inoltrati i documenti PIT-4R, PIT-11 e PIT-40 che riguardano gli adempimenti fiscali dell’impresa. Le dichiarazioni sul trattamento fiscale e previdenziale dei dipendenti vanno inoltrate elettronicamente agli uffici competenti e consegnate manualmente ai dipendenti.

La maturazione delle ferie dei dipendenti viene calcolata sulla base del salario base, degli straordinari e dei bonus periodici entro i tre mesi antecedenti lo sfruttamento delle ferie stesse.

Per quanto riguarda la malattia, l’azienda è tenuta a coprire fino a 33 giorni di malattia del lavoratore ogni anno, oltre questo periodo interviene la Social Security che finanzia le spese anticipate dall’azienda. Sono previste alcune eccezioni per i lavoratori con più di 50 anni di età.

I lavoratori con più di un figlio dei quali almeno uno con età inferiore ai 14 anni hanno diritto a due giorni l’anno retribuiti dalla società. La legislazione polacca fa alcune differenze fra il trattamento dei lavoratori nelle aziende con meno di 20 dipendenti e quelle più grandi. In caso di malattia del dipendente o di un suo figlio il lavoratore è tenuto a presentare i moduli ZUS Z-3 o Z15, se una dipendente si assenta per la maternità dovrà presentare un certificato di nascita corrispondente al modulo ZUS Z-3.

Il lavoratore che non sia in grado di lavorare per via di un incidente avvenuto sul tragitto per o dalla sede lavorativa, avvenuto nella sede stessa o per malattia durante la gravidanza ha il diretto al 100% della retribuzione.

Un fattore importante da considerare è la presenza di un salario minimo stabilito periodicamente dalle autorità polacche per i lavoratori. Nel 2013 il salario minimo fissato dal governo ammonta a 1600 zloty polacchi lordi (ossia circa 390 euro).

Un dipendente con un contratto superiore ai 6 mesi ha diritto di richiedere fino a 3 anni di congedo di maternità /paternità per prendersi cura del figlio fino ai 4 anni di età.
Il congedo di maternità minimo dipende dal numero di figli per singolo parto:

  • 1 figlio 20 settimane + 4 settimane
  • 2 figli 31 settimane + 6 settimane
  • 3 figli 33 settimane + 6 settimane
  • 4 figli 35 settimane + 6 settimane

Durante questo periodo l’Ente previdenziale paga al dipendente il 100% dello stipendio.